Italian Digital Health Summit 2016: Big Data e tecnologie digitali
Il 6-7 Giugno 2016, si è svolta a Milano la terza edizione “Italian Digital Health Summit” di AboutPharma and Medical Devices, una due-giorni volta ad approfondire il variegato tema della comunicazione digitale e delle sue evoluzioni in ambito sanitario. Mentre la scorsa edizione è stata dedicata ai “mobile health & wearable devices”, dunque alle opportunità che queste tecnologie possono apportare all’interno della sanità, quest’anno il focus si è spostato sui “Big Data nel mondo della salute”, ovvero quei “grandi volumi di dati ad alta velocità, complessità e variabilità che richiedono tecniche e tecnologie avanzate per la raccolta, l’immagazzinamento, la distribuzione, gestione e analisi dell’informazione” (definizione contenuta all’interno di in un rapporto del Congresso USA del 2012).
Quello dei Big Data è un tema di forte attualità e criticità dal momento che l’enorme quantità di dati prodotti dall’ingresso delle tecnologie digitali in tutti i principali ambiti della salute e l’esteso utilizzo delle stesse da parte degli stakeholder della filiera (payors, medici, pazienti, operatori sanitari, industria) apre nuove possibilità di miglioramento della qualità dei sistemi sanitari sia in termini di assistenza e cura che in soluzioni sempre più personalizzate.
Digital healthcare: le opportunità della tecnoassistenza, dei wearable device e dei Social Network.
La giornata del 7 luglio si è suddivisa in tre distinti momenti:
- Una tavola rotonda sui progetti e le iniziative per l’analisi e la gestione dei Big Data a livello nazionale e territoriale;
- I wearable devices e il loro impatto sulla prevenzione e l’aderenza alla terapia;
- I Social Network come fonti di dati sia in termini epidemiologici che di sentiment sulle terapie.
Gestione dei Big Data: opportunità a livello nazionale e territoriale
Nella prima parte del seminario è stata organizzata una tavola rotonda all’interno della quale è stato approfondito il tema dell’organizzazione e della gestione dei dati sanitari sia a livello nazionale che territoriale.
I Big Data comprendono sia le informazioni presenti nei registri terapeutici e farmaceutici, che quelle relative alla qualità della vita della persona e i suoi comportamenti rispetto la malattia. In generale, l’integrazione di questi dati porta le seguenti possibilità:
- Tracciare una mappa sanitaria completa per ogni paziente;
- Prevedere quali saranno i bisogni di cura e le conseguenti prestazioni sanitarie.
Se da una parte tutto ciò permette di adeguare i servizi al reale e concreto bisogno dei pazienti e, di conseguenza, di dare un taglio agli sprechi sanitari, dall’altra si scontra con le norme di tutela della privacy e della sicurezza dei dati. Ed è su questo aspetto critico che il Dr. Bonaretti (Consigliere per le Politiche Industriali, MISE) ha proposto un interessante spunto di riflessione: “Se non mettiamo a disposizione i nostri dati per essere curati, come può altrimenti essere fatta la cura?”.
Emilia Romagna: Big Data Community
Il Dr. Fava, Coordinatore del Gruppo di Lavoro Big Data della Regione Emilia Romagna, ha spiegato come i Big Data e il supercalcolo possono offrire nuove opportunità di crescita economica e di progresso scientifico riportando l’esperienza relativa la sua realtà territoriale: l’integrazione di diverse infrastrutture, tra cui CINECA (Consorzio INteruniversitario pEr il Calcolo Automatico dell’Italia Nord Orientale) e INFN (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare), può di fatto costituire una potente piattaforma scientifica regionale aperta capace di migliorare la valutazione e il trasferimento delle conoscenze, la competitività industriale e la crescita sostenibile.
Come ha illustrato il Dr. Fava i domini applicativi dei Big Data non sono limitati solo all’ambito sanitario:
- ICT e contenuti digitali: le estrazioni hanno un impatto diretto e positivo sulla crescita del settore, sullo sviluppo di innovative start-up locali e di imprese creative;
- Neuroscienze: i grandi volumi di dati derivanti dagli strumenti per lo studio del cervello possono portare a strategie terapeutiche personalizzate (medicina di precisione) e nuovi prodotti tecnologici (come le interfacce neuromorfici o il cervello di ispirazione sistemi di calcolo), dunque un notevole impatto sociale, economico ed industriale;
- Agroalimentare e bioindustria: l’integrazione di dati provenienti da sensori e dall’applicazione genomica può contribuire a migliorare la produzione sia animale che vegetale;
- Materiali: i dati relativi la lavorazione e l’applicazione dei materiali sono considerate risorse fondamentali per accelerare la scoperta e l’innovazione in tutti i settori di progettazione e di produzione;
- Lavorazioni meccaniche ed industriali: l’industria manifatturiera si sta muovendo verso le fabbriche “intelligenti” grazie alla produzione di dati in tempo reale che sostengono il tempestivo processo decisionale;
- Trasporti: in questo settore l’utilizzo dei Big Data è rilevante per il controllo del traffico, per gestire i servizi di trasporto sia pubblico che privato;
- Sviluppo ed energia: le capacità di calcolo consentiranno di fare valutazioni sempre più precise sugli impatti sulla salute, la vegetazione e il patrimonio culturale;
- Cambiamenti climatici: i dati climatici sono di fondamentale importanza per tutti i settori pubblici e privati che dipendono dall’ecosistema;
- Sicurezza: i Big Data possono essere impiegati in una linea difensiva e in programmi di prevenzione;
- Fisica, astrofisica e astronomia: i dati raccolti fanno crescere significativamente tale settore e così come lo sviluppo di nuove tecnologie;
- Scienze sociali ed umanistiche: i Big Data in questo caso possono sostenere l’innovazione sociale, l’inclusione, la trasmissione del patrimonio culturale ed identitario.
L’imperativo che si pone dunque di fronte a questa mole di dati è “from volume to value”.
Regione Lombardia: Programma di ricerca O.R.M.E.
Il Dr. Cortesi del CESP – Centro di Studio e Ricerca sulla Sanità Pubblica (Università degli Studi di Milano‐Bicocca) e la Dr.ssa Pruiti, responsabile Government Affairs di Medtronic Italia Spa, hanno presentato il Programma di ricerca O.R.M.E. (Outcomes Research & Medtech Efficiency) su importanti patologie croniche:
- Arteriopatia periferica in pazienti affetti da diabete mellito;
- Fibrillazione Atriale;
- Patologie degenerative della colonna vertebrale;
- Morte cardiaca improvvisa e scompenso cardiaco.
Nato da una partnership d’eccezione tra Regione Lombardia, Medtronic Italia e Centro Studi Sanità Pubblica dell’Università Bicocca, il programma di ricerca si pone l’obiettivo di dimostrare il valore delle tecnologie offerte alle Aziende Ospedaliere e di contribuire alla sostenibilità del sistema sanitario regionale. In particolare, l’esperienza O.R.M.E. dimostra come l’utilizzo etico e trasparente dei Big Data dal punto di vista del sistema sanitario sia in grado di fornire preziose informazioni per orientare le decisioni sanitarie non tanto verso la quantità della cure erogate ma quanto, piuttosto sulla qualità degli outcomes per il paziente. I risultati di questa ricerca dimostrano che le terapie innovative non solo aumentano i benefici clinici per i cittadini, allungando la loro aspettativa di vita e prevenendo gli eventi acuti, bensì introducono efficienza e sostenibilità per i sistemi sanitari che vedono una diminuzione esponenziale dei tassi di ospedalizzazione.
ASL Napoli 2 Nord
La Dr.ssa Orilio, Chief Information officer della ASL Napoli 2 Nord, ha illustrato la sua peculiare esperienza della gestione dei dati: è stato definito un percorso evolutivo che prevede un’analisi volta al riallineamento della struttura verso un modello di azienda “network” che integra i processi con i diversi attori della rete. In particolare, l’allineamento periodico tra anagrafe centrale e banca dati Sogei ed il costante collegamento tra applicazioni SW, anagrafe centrale e repository documentale consente una puntuale attribuzione all’assistito di tutte le informazioni strutturate e non collegate alle prestazioni erogate.
Infine, La Dr.ssa Orilio ha condiviso un suo interessante progetto sui “serious games”: i dati raccolti durante le sessioni di gioco possono essere raccolti in un data lake ed utilizzati per creare ambienti di cura, di trattamento e di riabilitazione specifici per determinate patologie (es. disfunzioni motorie, autismo..).
Wearable devices: prevenzione e aderenza alla terapia
La seconda parte del seminario è stata condotta dal Dr. Cassini, Managing Director & Co-Founder di VDM Labs, sui wearable devices, ovvero quei “dispositivi indossabili” e applicazioni mobili che, in ambito sanitario, consentono di prevedere alcune patologie e fornire assistenza tempestiva ai pazienti migliorando la loro aderenza terapeutica. I vantaggi di queste tecnologie sono di ampia portata:
- Raccogliere dati reali e non soggetti alla soggettività del paziente e/o del caregiver;
- Ridurre i tempi di attesa tra la visita e il follow-up;
- Monitorare lo stato di salute della persona e prevenire eventuali disagi;
- Sostenere gli operatori sanitari.
I wearable devices raccolgono i dati reali della persona che vengono analizzati nel cloud che, grazie ad un algoritmo predittivo, rileva la presenza di eventuali anomalie. Non solo: le app inviano diversi “reminder” al paziente che aumentano la sua aderenza alla terapia, e un allarme viene inviato al caregiver e/o al medico che consente un’assistenza tempestiva qualora vi sia una condizione di rischio per la persona.
Social Network e Big Data
La parte finale del summit è stata incentrata sulla relazione che intercorre tra i Big Data ed i Social Network. Dal momento che i pazienti cercano online informazioni, supporto e condividono le loro esperienze, il mondo digitale è un immenso bacino di informazioni (e quindi di potenziali dati) che le aziende della salute dovrebbero conoscere e padroneggiare per costruire le loro campagne ed iniziative sociali, ha sottolineato il Dr. Catelani, Technology Marketing Manager di IMS Health Italia. Di fatto, i Social Network oltre ad essere un canale per ascoltare i bisogni degli utenti, sono anche un potente strumento per influenzare i loro atteggiamenti e comportamenti rispetto l’assunzione di farmaci, aderenza a terapie, trattamenti etc…; pertanto, diventa necessario sapere cosa le persone dicono su quel tema/patologia, quali domande sono aperte e quali risposte sono state date, identificare i Key Opinion Leader…
Non solo; i Social Data possono trovare una concreta applicazione al mondo della salute. A tal riguardo, il Dr. Villa, Responsabile Area Digital Marketing di Educom, ha illustrato due casi interessanti. Il primo, uno studio condotto dall’Università dell’Arizona che ha mostrato il potenziale dei dati creati dai social media nel prevedere le visite al pronto soccorso relativamente alle patologie croniche. I ricercatori sono stati in grado di prevedere approssimativamente il numero pazienti affetti da asma che si sarebbero recati ad uno specifico pronto soccorso di Dallas in un determinato giorno. Per fare questo hanno incrociato l’analisi delle conversazioni su Twitter con le EMR (Electronic Health Record) e i sensori di qualità dell’aria. L’altro esempio è “Sickweather”, una applicazione che fornisce avvisi in tempo reale ogni volta che si entra in una “zona a rischio” in cui sono stati riscontrati pazienti affetti da una patologia (NB il sistema monitora più di 20 patologie). L’APP utilizza un algoritmo proprietario per estrarre informazioni dalle conversazioni relative alle diverse patologie sui social media e che vengono integrate direttamente dai dati inviati dalla community di utenti.
Successivamente, il Dr. Degrassi, Multichannel Director di GSK, ha riportato l’attenzione su un aspetto cruciale: il target. L’avvento dei Social Media sta modificando le strategie di comunicazione e di marketing per cui il modello ideale di targeting è quello che tiene conto della persona in termini dinamici, mostrando così diverse sfaccettature a seconda di un insieme di variabili come luogo, tempo, motivazioni, emozioni, presenza di altri, etc. ora chiaramente misurabili e processabili anche in real time. Ne sono un esempio le “Dynamic Personas”, che per l’appunto costituiscono l’output di analisi in real time e l’input di azioni e retroazioni di marketing e comunicazione su tutti i punti di contatto.
In conclusione, Italian Digital Health Summit 2016 ha fornito molteplici spunti di riflessioni che proiettano a un futuro prossimo in cui la nuova Data Science, correlando i dati con i comportamenti reali delle persone, potrà:
- Migliorare la qualità dei sistemi sanitari;
- Raccogliere e collegare informazioni suggerendo rapidamente il miglior canale e il miglior messaggio per la persona.