Perché i Patient Support Program stanno rivoluzionando la digital health?
Cosa si può fare nel caso in cui un percorso assistenziale non venga osservato scrupolosamente? Come ci si comporta per venire incontro al desiderio della singola persona di poter gestire la patologia in maniera più autonoma? In uno scenario in costante cambiamento come quello in cui viviamo, è più che mai cruciale capire come prendersi cura dei pazienti nel modo migliore. In questo senso, la rivoluzione apportata dalla digital transformation ha permesso di trovare strategie e soluzioni su misura. Durante l’emergenza legata alla pandemia di Covid-19, le piattaforme tecnologiche hanno avuto uno sviluppo marcato, data la necessità dei professionisti della salute di fornire alle persone un’assistenza domiciliare a distanza. Nel novero degli strumenti digitali utilizzati, rientrano i Patient Support Program. Vediamo nello specifico di che cosa si tratta.
Cosa sono i Patient Support Program (PSP)?
L’acronimo PSP (programmi di supporto al paziente) indica una serie di servizi pensati per offrire supporto ai pazienti.
A dare un significato più preciso al termine PSP è il Codice Deontologico di Farmindustria, che descrive il servizio come “una iniziativa che ha per finalità la messa a disposizione da parte dell’azienda farmaceutica di servizi addizionali e non sostituivi a quelli in capo all’Ente o al SSN a diretto beneficio del paziente in trattamento con uno specifico farmaco già autorizzato all’immissione in commercio” (art. 4.7, primo periodo).
Come specificato dall’articolo 4.7, emerge che:
- Il PSP deve essere considerato addizionale e non sostitutivo alle prestazioni garantite dal SSN. Il paziente deve quindi essere già in cura con un medicinale specifico.
- Tale iniziativa si propone di fornire un servizio sanitario che ridondi a diretto beneficio del paziente.
- Il PSP non può riguardare farmaci sottoposti a sperimentazione clinica o usati al di fuori della stessa.
- A dare supporto al paziente dev’esserci sempre un medico o un operatore qualificato.
- Il PSP deve rispettare gli obblighi di farmacovigilanza espressi
Dal punto di vista normativo, al di là di quanto espresso dal Codice di Farmindustria, i PSP non hanno una definizione giuridica o una regolamentazione specifica.
Perché i Patient Support Program stanno rivoluzionando la digital health?
I Patient Support Program devono la loro popolarità a tutta una serie di ragioni, tra le quali primeggia il fatto di avere un approccio patient-centric. A interessare al PSP è la persona nella sua interezza, e attorno a essa diventa di enorme importanza costruire una rete di supporto che si prenda cura del paziente a 360 gradi. Perché ciò avvenga, i PSP prevedono che si utilizzino strumenti digitali come app, dalle quali è possibile ottenere indicazioni video o audio sulla terapia in corso, oppure di interagire direttamente con il medico o i caregiver. Spesso, all’interno delle app, vengono inseriti degli elementi di gamification, volti a favorire la nascita di un interesse attivo da parte degli utenti. Negli ultimi anni, il paziente ha assunto un ruolo sempre più attivo nel processo di cura. Dovendo fronteggiare e contenere la pandemia, le strutture ospedaliere hanno dovuto studiare soluzioni alternative per poter aiutare i pazienti non-Covid a gestire la propria salute in maniera altrettanto efficace.
In un’era caratterizzata dalla digital health, le piattaforme tecnologiche indicano la via ideale da seguire, reinterpretando il percorso di cura.
L’asso nella manica dei Patient Support Program? L’engagement del paziente
I Patient Support Program non entrano mai nel merito della terapia, ma cooperano per fornire informazioni ai pazienti sul corretto stile di vita da mantenere, oppure sul regime alimentare più equilibrato da seguire. Così facendo, i professionisti della salute possono concentrarsi unicamente sulle proprietà dei farmaci, dagli effetti collaterali alla posologia, lasciando che siano le persone a maturare un senso di responsabilità tramite i PSP e alle informazioni integrative che forniscono.
Il vero punto di forza dei Patient Support Program è legato al modo in cui possono migliorare la relazione medico-paziente. Perché la loro logica di fondo è di fornire al paziente/cliente una risorsa aggiuntiva da integrare al farmaco prescritto dal medico. Più le persone sono coinvolte all’interno del processo di cura, più si sentiranno intenzionate a aderire al piano terapeutico. Di conseguenza, sarà più facile per loro perseguire gli obiettivi, perché si sentiranno coinvolte e considerate, veri e propri partner del processo decisionale che porta alla costituzione dei percorsi di cura.
I PSP e la tutela della privacy
In concomitanza con il recente provvedimento del Garante per la Protezione dei Dati Personali (“Garante”) del 7 marzo 2019, il trattamento dei dati personali nell’ambito del PSP richiede il consenso esplicito del paziente, perché rientra nel novero di attività che non fanno parte della prestazione sanitaria in senso stretto. Il consenso può essere espresso dall’interessato digitalmente, attraverso e-mail, moduli online o firme digitali.
Per concludere, i Patient Support Program contribuiscono a rinforzare la relazione medico-paziente, integrando al percorso di cura informazioni aggiuntive, consigli e indicazioni volte a incoraggiare l’aderenza terapeutica e la partecipazione attiva della singola persona.
Fonti citate:
– Codice Deontologico di Farmindustria
– Provvedimento del 7 marzo 2019 [9121890] – Garante Privacy